Giuseppe di Mare
29 Ottobre 2017   •   Snap Italy

Giuseppe Di Mare: «Il canottaggio insegna a non arrendersi»

«Il canottaggio colma le mie giornate. Quando scendo in acqua mi sento tutto uno con il mare e con il vento.» – Giuseppe Di Mare

Quando dopo anni di sacrifici raggiungi gli obiettivi che sognavi e riesci a diventare campione del mondo, facendo ricredere l’allenatore che non credeva in te, non si può non esultare. Ed è quello che ha fatto Giuseppe Di Mare (FB), classe ’97, quando remata dopo remata ha vinto i Mondiali Under 23 di luglio scorso insieme ad Alfonso Scalzone. Un giovane atleta dall’animo guerriero che non vuole arrendersi davanti a niente.

Conosciamolo meglio.

Quando è iniziata la passione per il canottaggio?
Il mio amore per il canottaggio è iniziato 8 anni fa, avevo 12 anni e il tutto è nato grazie a mio padr , che adesso è anche il mio tifoso numero uno, il quale avendo praticato questo sport da giovane, ci teneva che anche io lo facessi.

Cosa rappresenta per Giuseppe Di Mare questo sport?
Per me il canottaggio è diventato tutto. Colma ogni giorno le mie giornate e a volte quando non mi alleno mi sento agitato. Ne ho bisogno per staccare un po’ da ciò che mi circonda. E poi, specialmente quando scendo in acqua, mi sento rilassato. Mi sento un tutto uno con il mare ed il vento. È una sensazione che non si può spiegare!

Con Scalzone siete la nuova promessa italiana Under23. Come ti senti riguardo ciò?
Dopo una stagione vincente come questa, sia io sia Alfonso Scalzone siamo di certo più consapevoli della nostra forza anche se devo ammettere che, a differenza dell’anno scorso, sono più preoccupato e credo che ciò valga anche per lui. Mi domando se anche quest’anno sarò il più veloce, se anche quest’anno riuscirò a vincere qualcosa. Praticamente abbiamo più pressioni addosso, più aspettative e non vorrei/vorremmo deludere nessuno.

Quali sono i prossimi impegni sportivi?
Attualmente non ci sono in programma impegni sportivi e ciò è dovuto al fatto che sta arrivando l’inverno. Il mio sport va praticato all’aperto, in mezzo alla natura e quindi con le brutte condizioni meteo diventa molto difficile. Ovviamente in questo periodo non resterò fermo ma, anzi, mi allenerò tantissimo perché per noi canottieri l’inverno è sinonimo di preparazione atletica, infatti è sempre il periodo più brutto e faticoso.

Giuseppe di Mare

Chi è l’idolo di Giuseppe Di Mare?
Posso dire di non avere un idolo preciso ma piuttosto ammiro vari aspetti di tanti sportivi come ad esempio Bolt e Alex Zanardi. Però, restando più nel mio ambito, ammiro molto Matteo Castaldo perché, nonostante abbia avuto dei periodi difficili all’inizio della sua carriera, si è messo sotto ogni giorno e più duramente degli altri nell’allenamento fino ad arrivare a vincere il bronzo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro e ad essere attualmente uno dei canottieri più forti del panorama internazionale.

La gara che ricordi con più piacere.
Ovviamente la finale del mondiale che ho vinto a fine luglio. È stata una gara particolare. È stato il mio primo mondiale arrivato dopo anni ed anni di sacrifici. Le sensazioni e le emozioni che ho percepito in quel momento non credo che mai le risentirò. È stato bellissimo iniziare il riscaldamento per la finale e vedersi inquadrati dalle telecamere e poi trasmessi sul maxi schermo. È stato bellissimo sentire quella tensione pre-partenza con tutti quegli sguardi minacciosi tra noi ragazzi in gara. E poi, la gara in sé e per sé è stata fantastica: siamo sempre stati nelle prime posizioni e quando mancavano gli ultimi 500m di gara e stavamo ancora combattendo per il primo posto, mi sono sentito un fuoco dentro, un mostro che piano piano stava uscendo, mi sentivo trasformato. Mi ricordo che ho pensato: «Non posso mai perdere». C’era troppo in gioco, ho avuto un anno difficile in cui c’è stato un momento in cui pensavo di non avere la forza, di non potercela fare. Ma adesso, ripensandoci, è stato proprio quel periodo a darmi tutta quella rabbia, quella marcia in più. Così guardai gli irlandesi , che in quel momento erano in testa, ed insieme ad Alfonso siamo partiti carichi per vincere la gara.

Come è una tua giornata tipo da atleta?
La mia giornata in settimana si può dire che incomincia molto presto: mi sveglio alle 5:30 per fare il primo allenamento che inizia alle 6.00 e finisce per le 7:30. Dopodiché, essendo anche uno studente di ingegneria, o torno a casa e studio o se devo andare a seguire una lezione vado all’università. Poi nel pomeriggio faccio il secondo allenamento e la sera passo del tempo con gli amici. Di sabato e domenica mi alleno solo una volta al giorno (fortunamente!) e specialmente il sabato sera esco a divertirmi.

Chi è Giuseppe Di Mare fuori dagli allenamenti?
Fuori dagli allenamenti mi piace divertirmi soprattutto perché nel nostro sport è molto importante distrarsi e staccare la spina. Mi sento molto giocherellone, mi piace stare con i miei amici per prenderli in giro, per fare qualcosa insieme ma anche soltanto per due chiacchiere.

Un messaggio che vorresti lanciare ai più piccoli desiderosi di praticare canottaggio.
Il messaggio che voglio lanciare è quello di venire a provare questo sport. È un bellissimo sport a contatto con la natura che offre sia spettacolo sia divertimento.  Specialmente da bambini è divertimento allo stato puro. Inoltre il canottaggio è uno stile di vita poiché forma sia il corpo e sia la mente. È uno sport duro che prepara alla vita, insegna a non arrendersi mai. E questo l’ho provato sulla mia pelle visto che qualche anno fa un mio vecchio allenatore mi disse di cambiare sport, di dedicarmi al biliardino sostenendo che il canottaggio non facesse per me. Le sue parole non fecero che darmi più rabbia e determinazione. Decisi di non arrendermi e adesso sono campione del mondo.

Foto: https://www.facebook.com/PeppeDiMare

Chiara Famooss