Giò Sada
05 Dicembre 2016   •   Redazione

Giò Sada: da X Factor al primo album di inediti

«Giò Sada ci racconta il suo anno da vincitore di X Factor e ci parla del nuovo album in un’intervista esclusiva»

In occasione dell’uscita dell’album Volando al Contrario, abbiamo intervistato Giò Sada (pagina FB), a Roma per una tappa del tour con la sua band, i Barismoothsquad. Prima del concerto, tenutosi al Quirinetta, nel centro della Capitale, il cantautore vincitore di XF9 ci ha raccontato l’anno appena trascorso, tra live, esperienze oltreoceano e lavoro in studio per la produzione del nuovo album. Nella stessa tappa di Roma, Giò Sada ha regalato ai fan un concerto esplosivo all’insegna della passione, con un’incursione inattesa dell’amico e collega Shorty, salito sul palco per raggiungere ed “accompagnare” l’artista pugliese.

Ciao Giò! Per prima cosa voglio farti una domanda che riguarda l’esperienza che ti ha reso noto al grande pubblico: come è stato partecipare ad X Factor? Lo rifaresti e, soprattutto, lo consiglieresti?
Ciao a tutti. Allora diciamo che l’anno scorso è stato tutto molto piacevole perché il programma ce lo siamo vissuti bene dall’interno. Abbiamo fatto “squadra” dato che la maggior parte di quelli che erano stati presi l’anno scorso erano tutti musicisti provenienti da un’esperienza musicale, quindi sapevano come stare al mondo! Abbiamo creato un gruppo ed è stato bello! Lo rifarei perché è stato tutto molto sereno, si è lavorato veramente bene e siamo rimasti tutti in ottimi rapporti. Non è successo nulla di spiacevole. Però, naturalmente, prima di affacciarsi a una cosa del genere, dove c’è un contenitore televisivo che arriva a tanta gente, è meglio prepararsi bene e fare tanta gavetta, arrivando lì con le spalle coperte dall’esperienza. Soprattutto con la consapevolezza di quello che si vuole fare dopo. Bisogna avere un bel piano per andarci, non partecipare per “provare”. Per farti capire è come quando a Sanremo ci va qualcuno che ha fatto esperienze decennali, portando una buona canzone, e da lì comincia la sua carriera perché è già pronto. Invece ci sono stati casi a Sanremo in cui hanno fatto cantare dei ragazzini, ed eccetto la Tatangelo, che ha avuto successo, nella maggior parte dei casi sono spariti perché non erano pronti e sono stati catapultati in un mondo completamente assurdo ed irreale. Perché tutto quello che ti accade nei primi mesi è veramente irreale! Capire ciò è essenziale per tenere i piedi per terra.

Dalla pagina Facebook di Giò Sada i fan hanno potuto seguire la tua recente esperienza oltreoceano. Vuoi raccontarci come è stato? Abbiamo visto, ad esempio, il complimento simpatico che hai ricevuto, “canti come un americano”…
Quello è stato molto bello! Si è avvicinata una ragazza e mi ha chiesto se fossi americano, perché appunto mi ha detto che “canto come un americano!” È stato bello perché io l’inglese a scuola non ’’ho studiato tantissimo, ma evidentemente poi sono riuscito ad impararlo! Comunque è stata un’esperienza fantastica! Ho suonato a New York, poi a Los Angeles, e il Tennessee di mezzo con Joe Bastianich… È stato veramente stupendo! Meno male che è tutto documentato perché mi sembra irreale! Ma per fortuna le foto ce le abbiamo, è successo veramente. Me le rivedrò perché è stato tutto così frenetico che certe cose le ho anche perse. E devo assolutamente rivederle, nonostante sia stato là! Abbiamo conosciuto tantissime persone, nomi importanti della musica mondiale… Mi fa un certo effetto ripensarci!

Parliamo ora del tuo ultimo lavoro, Volando al contrario, per il quale dopo un anno da vincitore di X Factor, Giò Sada si è riunito alla sua band…
Sì. È stato un lavoro di cooperazione, ci siamo riuniti per creare. Ci siamo chiusi a Bari, che è la nostra dimensione preferita. Finalmente a casa! In questi nove mesi ci sono stati centinaia di eventi, abbiamo partecipato a tantissime cose! Nove mesi sembrano tanti, ma dopo X Factor sono decisamente pochi! Il tempo non basta mai e quindi dedicarsi al 100% ad un lavoro è complicato. Però ci siamo riusciti e abbiamo fatto il disco di passaggio che ci porterà da dove eravamo prima a quello che saremo poi. Anche perché molto spesso si frainetende il mio passato artistico: il progetto dei Barismoothsquad esiste dal 2013 e avevamo già preso questa piega più “dolce”, rispetto ad altro che facevamo contemporaneamente. Avevamo bisogno sia del “cattivo” che del “dolce” e questo dualismo ce la siamo portato dietro e ci accompagnerà sempre.

Da cosa prende ispirazione Giò Sada per comporre?
Guarda io nei testi ci metto quello che mi circonda, prima di tutto. Parlo spesso con le persone, osservo quello che accade intorno a me. Poi credo che nel momento in cui c’è fermento politico nel mondo, e tante cose cambiano, è il momento prediletto dell’espressione musicale e artistica. Io cerco di cogliere da lì, dalla realtà e dalla quotidianità.

Ti lasciamo con un’ultima domanda… Progetti futuri?
Fino al 18 dicembre saremo in giro per l’Italia, toccando molte città da Roma in su. Dopo riprenderemo le forze e vorremmo fare subito una nuova cosa. Ma sicuramente riprenderemo a suonare live dappertutto! Questa è la cosa principale: suonare live il più possibile ovunque!

Allora in bocca al lupo per tutto!
Viva il lupo! E grazie.

Chiara Cavaterra

© FOTO DI GIULIA CAVATERRA