Giacomo Cannella
23 Giugno 2017   •   Snap Italy

Giacomo Cannella: «Il Settebello? Un’emozione indescrivibile»

«“La maggior parte degli atleti pratica la pallanuoto esclusivamente per passione, non per altro, e forse è proprio questo il suo valore aggiunto rispetto agli altri sport”. Parole di Giacomo Cannella, ragazzo di vent’anni fresco di esordio con il Settebello»

Altro venerdì, altra storia per la nostra rubrica sportiva. Questa settimana ospitiamo Giacomo Cannella (pagina FB), giovanissimo atleta italiano, giocatore di pallanuoto. La sua è una storia di passione, di amore per uno sport che ha ereditato dal fratello maggiore, e di grande forza di volontà, necessaria per raggiungere le vette della pallanuoto (così come di qualsiasi altro sport). Giacomo Cannella ha solo 20 anni e qualche mese fa ha esordito con la nazionale maggiore, il Settebello. Si è confrontato con atleti di altissimo calibro e ha tutte le carte in regola, nonché le intenzioni, per raggiungere i loro stessi livelli. Ma Giacomo è anche un ragazzo determinato, che vuole puntare sulla sua formazione a 360°. Una laurea e le Olimpiadi sono i suoi obiettivi, ma l’amore per lo sport gli fa definire queste ultime più che altro come “un sogno”.

Giacomo Cannella

Leggiamo insieme cosa ci ha raccontato Giacomo.


Pallanuoto: che valore in più ha questo sport rispetto agli altri?

Tutti gli sport sono degni di essere chiamati tali e portano con loro determinati valori, posso dire però che, essendo uno sport acquatico, non è da tutti ed è molto impegnativo. Come tutti gli sport di squadra, si basa sulla fiducia reciproca. Ma soprattutto la maggior parte degli atleti lo pratica esclusivamente per passione, non per altro, forse è proprio questo il suo valore aggiunto.

Quando hai iniziato a giocare a pallanuoto?
Ho iniziato a giocare all’età di dieci anni, spinto dalla voglia che cresceva sempre di più vedendo mio fratello cimentarsi in questo sport.

In quale squadra gioca oggi Giacomo Cannella e in quale ruolo?
Da quando ho iniziato a giocare non ho mai cambiato nè squadra nè ruolo. Gioco come attaccante nella S.S.Lazio Nuoto.

I successi più importanti raggiunti finora con la S.S. Lazio Nuoto?
Il risultato più emozionante che ho raggiunto con la mia squadra è stata la vittoria del scudetto Under 20 lo scorso anno. È stato un momento speciale perché frutto di un gruppo molto unito, erano anni che cercavamo insistentemente la conquista di quel titolo e finalmente l’abbiamo raggiunta.

Giacomo Cannella

In acqua, quanto è importante la collaborazione con i compagni e le tattiche di gioco?
È importantissimo sviluppare un sistema di gioco molto coeso, dove tutti sanno cosa devono fare. Bisogna fidarsi ciecamente del compagno, può capitare a volte di vedere giocate singole ma in genere ogni giocatore si trova nelle “mani” del compagno.

Parliamo di allenamento: in cosa consiste? Com’è strutturata una settimana tipo?
Gli allenamenti, come in ogni sport che si pratica ad alto livello, sono molto duri. Si dividono in una parte di palestra e una parte in piscina. Una settimana tipo comprende circa 8 allenamenti in acqua, 3 sedute di palestra e infine la partita del sabato.

E invece l’alimentazione? Giacomo Cannella segue una dieta particolare?
Al momento non ho una dieta specifica, durante la mia carriera però mi è stata data un’impronta molto forte da seguire: una dieta varia con molti carboidrati, proteine e non troppi grassi. La cosa fondamentale è sapere quando e cosa mangiare in una determina situazione, per poi non ritrovarsi in acqua senza energie.

Sei molto giovane quindi avrai incontrato pochi allenatori, ma c’è qualcuno che ricordi con particolare affetto o che stimi molto?
Sono tre gli allenatori che hanno segnato la mia carriera finora. In ordine cronologico, Enrico Malvestiti con cui ho iniziato a giocare a pallanuoto e da cui ho appreso tutte le basi di questo sport. Mino Di Cecca, colui che mi ha fatto crescere mentalmente e agonisticamente, a lui devo molto di quel che sono ora, è con lui che ho capito che questo sport non è solo un gioco. Infine Pierluigi Formiconi allenatore della serie A fino a un anno fa, mi ha buttato per la prima volta nella pallanuoto che conta, ero piccolo e ha avuto molta fiducia in me.

A marzo c’è stato il tuo esordio con la nazionale maggiore, il Settebello, contro la Russia. Hai anche segnato. Raccontaci questa esperienza e le emozioni provate.
È stato fantastico. Ad essere sincero avevo un po’ paura ma ero consapevole di poter far bene. La cornice di pubblico era indescrivibile, la piscina era presentata al meglio. Quando ho segnato volevo esultare, mi sono girato e mi sono trovato un muro di 4 mila persone che esultavano per me: sono rimasto immobile per l’emozione, è indescrivibile.

Che effetto fa al giovane Giacomo Cannella giocare e allenarsi con i campioni del Settebello?
Stare in quell’ambiente è stupendo, è faticoso ma molto bello. Si tratta di giocare al massimo livello.

L’obiettivo con la Nazionale è Tokyo 2020. Quanto impegno ci vorrà per raggiungerlo?
Le Olimpiadi sono l’obiettivo principale di ogni atleta che pratica sport agonistico, è il sogno per eccellenza di un atleta. Ma non è per tutti un’Olimpiade, la selezione è davvero molto rigida e di conseguenza l’impegno per raggiungerle deve essere massimo.

In cosa sei impegnato adesso?
Attualmente ho un periodo di pausa fino al 4 luglio quando inizierà la preparazione con la nazionale Under 20 che mi vedrà impegnato dal 5 al 13 Agosto ai Mondiali di Belgrado. Dopodiché dal 18 al 30 Agosto sarò impegnato nelle Universiadi a Taipei.

Invece Giacomo Cannella fuori dalla pallanuoto, che ragazzo è? Frequenti l’università?
Sono un ragazzo normale circondato da uno stupendo gruppo di amici che molto spesso mi sostiene durante i miei impegni sportivi. Con loro passo la maggior parte del mio tempo libero. Studio Economia e Management e attualmente sono al secondo anno di università.

Come riesci a conciliare studio e sport?
Non è facile riuscire a conciliare sport e università soprattutto a questi livelli dove l’allenamento ti porta via gran parte della giornata, ma con un po’ d’impegno si riesce a fare tutto, magari rallentando leggermente i ritmi di studio e lasciandomi qualche esame arretrato.

Pensi che questo sport sarà il tuo mestiere nella vita? O almeno vorresti che lo fosse?
Non so cosa mi riserverà il mio futuro e se questo rimarrà l’unico mestiere da qua ai prossimi 15 anni. Mi sono posto obiettivi molto importanti che, oltre a soddisfare me stesso, mi aprirebbero nuove strade. Mi sto riferendo ad una laurea e all’Olimpiade, che più che come un obiettivo può essere definita come un sogno.

Chiara Rocca