festival di spoleto 2017
17 Luglio 2017   •   Carolina Attanasio

Festival di Spoleto 2017, il palcoscenico dell’Umbria

«Terminato proprio nei giorni scorsi, il Festival di Spoleto 2017 ha riacceso le luci sulla cittadina umbra con la sua miscellanea unica di generi, artisti, incontri»

Il Festival di Spoleto 2017 (sito ufficiale), diretto da Giorgio Ferrara, riporta i due mondi nella cittadina umbra per 17 giorni di eventi e spettacoli, partiti il 30 giugno e terminati il 16 luglio. Giunto alla sua sessantesima edizione, il Festival ha ospitato 90 titoli e 174 aperture di sipario, come sempre combinando danza, teatro, arte ed eventi pensati appositamente. La vetrina è stata sempre meravigliosa, Spoleto si è confermata il palcoscenico internazionale dell’Umbria, rinnovando originalità ed eccellenza in ogni nuova edizione. Vetrina d’eccezione sia per grandi artisti internazionali che per giovani emergenti, il Festival di Spoleto 2017 crede nel coraggio della cultura e nell’importanza dell’incontro tra mondi diversi, allo scopo di creare collaborazioni sempre inedite e produzioni originali. L’apertura è stata affidata al Don Giovanni di Mozart, realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival, l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e il Teatro Coccia di Novara, mentre il concerto di chiusura è stato affidato alle abili mani del Maestro Riccardo Muti, che ha diretto proprio l’Orchestra Cherubini, da lui istituita nel 2004.

Spoleto non poteva non riservare un occhio di riguardo alla terra su cui poggia, lasciando spazio a riflessioni e raccoglimento per il terremoto che ha colpito il centro Italia mesi fa: lo scorso 2 luglio, infatti, è stato eseguito un Requiem scritto appositamente per Soli, Coro e Orchestra da Silvia Colasanti.

Eleonora Abbagnato, ex ètoile dell’Opera di Parigi e attuale Direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, ha illuminato il Teatro Romano di Spoleto esibendosi in un personalissimo omaggio a Maria Callas, di cui quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario di morte. Danza e lirica unite in un connubio assolutamente memorabile.

Sabato 15 luglio, invece, è stata la volta di uno degli artisti italiani più conosciuti al mondo, Roberto Bolle, che ancora una volta ha portato il suo Gala Roberto Bolle and Friends in scena nella suggestiva Piazza Duomo, dove, come sempre, si sono alternati ospiti illustri del panorama tersicoreo internazionale.

Forti segnali d’interesse culturale per l’Italia sono arrivati dalla Cina, motivo per cui è andata in scena la versione cinese di Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri di Dario Fo, commedia scritta nel 1960. Con la regia del più celebrato regista cinese in circolazione, Menj Jinghui, questa è la prima messa in scena in Italia del testo di Fo, un chiaro omaggio al nostro Premio Nobel per la letteratura e il suggello del crescente connubio Italia-Cina, firmatari di un protocollo d’intesa per future collaborazioni artistiche.

Al Festival di Spoleto 2017 c’è stato spazio anche per lo sport, con una mostra dedicata ai Giochi Olimpici al Chiostro di San Nicolò e incontri con atleti e protagonisti dell’agonismo italiano nelle Conversazioni di Sport.

I luoghi storici di Spoleto sono divenuti grandi teatri a cielo aperto o angoli prestati all’arte, tutta la città ha risentito del clima di creativa irriverenza del Festival, divenendo un’ottima scusa per scoprirne tutte le prospettive.

Tra i luoghi del Festival, la Basilica di San Salvatore è Patrimonio Unesco dal 2011 per essere una delle più importanti basiliche paleocristiane della zona; la Cattedrale di Santa Maria Assunta, invece, ospita opere di Gian Lorenzo Bernini e Pinturicchio. La Chiesa della Manna d’Oro, a pianta ottagonale, porta questo nome poiché si vide come dono divino il fatto che le truppe di Carlo V, dopo il sacco di Roma del 1527, non distrussero Spoleto ma, anzi, la usarono come punto strategico di commercio. La Chiesa di Sant’Eufemia contiene al suo interno gli unici matronei dell’Umbria (loggiati interni tipici delle chiese paleocristiane). La chiesa si trova nei pressi del Chiostro di S. Gregorio, uno dei principali accessi al centro storico di Spoleto, anch’esso tra i luoghi del Festival, sorto su un’antica area cimiteriale.

Tra le location più suggestive, le Miniere di Morgnano rappresentano un po’ la storia di Spoleto e dell’intera zona, caratterizzata per oltre cent’anni proprio dal lavoro nelle miniere, epopea dello sviluppo locale. Con un balzo avanti nel tempo, il Palazzo Collicola Arti Visive è stato prima una residenza settecentesca che ha visto passare Papi e Re tra le sue stanze, ora è un museo di arte moderna e contemporanea e, ovviamente, luogo di Festival, così come il Palazzo del Comune. La Rocca Albornoziana, nel punto più alto di Spoleto, è uno dei luoghi del Festival più suggestivi, ospita al suo interno il Museo nazionale del Ducato e un teatro all’aperto per 1200 spettatori. La Fondazione Carla Fendi ha ristrutturato e riaperto al pubblico il Teatro Caio Melisso, tra i più antichi teatri a palchetti italiani, location ideale per gli spettacoli in corso. Ultimo, ma non ultimo, il Teatro Romano: risalente al I secolo d.C., ha visto in faccia la storia, distrutto e ricostruito più volte, è stato il fulcro del Festival di Spoleto 2017, palcoscenico principale di un posto che, nel corso dei secoli, è sempre stato uno spazio scenico a cielo aperto, una città-teatro dove i limiti del palco si perdono, fondendosi con le architetture e rendendo tutti protagonisti, in primis gli spettatori.

Carolina Attanasio