Coma Cose
04 Novembre 2017   •   Anita Atzori

Coma Cose: dagli scaffali al palcoscenico

«Hanno stile, raccontano Milano e fanno rap a modo loro. I Coma Cose debuttano sulla scena musicale con l’EP Inverno Ticinese

Vorrebbero dire tante cose, e in realtà le dicono, ma a modo loro. I Coma Cose (pagina FB) sono così, un po’ strani, un po’ nel loro mondo, un po’ difficili da capire, soprattutto se chi guarda il video non ascolta le parole di una canzone. Perché a loro, poi, di ciò che li circonda non interessa, non interessa nemmeno il fatto di scegliere una location, costruire una storia e puntare i riflettori. Non sarebbero loro. Ed è così allora che ve ne voglio parlare, nel mondo più scarno e naturale possibile, un po’ come le loro parole, che se cambi l’accento o sposti la virgola già il senso ti parla in modo nuovo. E poi il loro flow, anche perché non succede tutti i giorni di trovare rapper che si ispirano a Battisti anziché a Fabri Fibra. I Coma Cose, dunque, sono roba per pochi, ma sono anche la novità recente di un genere musicale – il rap – che continua ad incassare sempre più generazioni. Li abbiamo incontrati in occasione di Inverno Ticinese, il nuovo concept EP che con 3 brani consolida l’unione di un duo destinato a fare faville.

Ticinese perchè gli inverni sono quelli di Porta Ticinese, storica via di Milano, dove Fausto Lama e California arrivano per cercare quella fortuna un po’ sperata e un po’ più vicina. Una trilogia di omonimi videoclip che raccontano, forse, il lato più nascosto della band, quello che in realtà si fa fatica a capire se non chiudiamo gli occhi e ci immergiamo nel loro mondo. Location minimal, spoglie, nude come la loro musica; piani sequenza e playback scarni, dove non esiste un montaggio ma sono un “buona la prima”. Che poi, se ci pensate bene, così dovrebbe essere il rap, così si dovrebbe cantare quel tipo di musica che pensa prima alle parole e poi alla tendenza del momento. Tre canzoni per decretare l’entrata in campo dei Coma Cose: Anima Lattina, French Fries e Pakistan. Ognuna diversa fra loro ma non per questo distante dalla filosofia di vita principale. Vi faccio un esempio: ascoltate Anima Lattina, è una canzone che pensa a Lucio Battisti, vorrebbe omaggiarlo, e oltretutto lo fa, ma a modo suo; è uno stile evocativo, una metrica particolare e un rap la cui semantica del testo resta comunque in linea con “le cose” della band. Non male no?!

Sono un po’ strani questi due, se li vedeste da fuori l’impatto è quello con due amanti della moda e dello urban style, cui, tutto questo, sembra gli venga naturale e spontaneo. Non hanno filtri e il look è quasi la descrizione perfetta di ciò che cantano, o meglio, di ciò che raccontano. Quella vena poetica così intensa e cruda, dove le serate finiscono su una panchina a parlare di tante cose, desiderando patatine fritte e amore puro. E allora conosciamoli per davvero i Coma Cose.

Fausto Lama e California, due commessi che di punto in bianco cambiano mestiere e dagli scaffali si ritrovano sul palco. Che sensazione si prova?
Effettivamente sugli scaffali eravamo un po’ scomodi. Erano un po’ piccoli. Una volta volta abbiamo pure rischiato di essere comprati. Sui palchi siamo sicuramente più comodi!

Coma Cose, un nome che dice tutto e a volte niente. Quanto è stato difficile presentare al pubblico un rap che non ne vuole sapere della “commerciale”?
Per tornare alla domanda di prima, fino a qualche mese fa eravamo commercianti. E a noi piace cambiare spesso.

Avete uno stile che sicuramente non passa inosservato, quanto influisce la moda nella vostra vita professionale?
Se la moda fosse ciò che ci interessa faremmo i blogger! Ma per il momento preferiamo fare musica.

Piani sequenza, location scarne, minimali ma dannatamente evocative. Quanto contano le parole dentro ai vostri cubi bianchi?
Hai centrato il discorso dell’EP Inverno Ticinese. Volevamo infatti mettere al centro i testi e abbiamo di conseguenza costruito un immaginario che fosse il perfetto habitat per i nostri intenti.

Vi ispirate al cantautorato italiano, cosa aggiunge Lucio Battisti al vostro modo di fare rap?
Quella di Battisti era una scommessa e un gioco: da qualche idea e un po’ di Jam è nata Anima Lattina… così, quasi per caso.

L’Ep Inverno Ticinese rappresenta forse il passo più concreto del vostro lavoro musicale, cosa ci dobbiamo aspettare adesso?
Qualcosa di totalmente diverso! Anche se nemmeno noi sappiamo cosa.

Un pregio e un difetto di Fausto e California.
Solo difetti, tipo Agorafobia.

Descrivete l’amore ai tempi di Coma Cose.
Sogno l’onore in galera, l’amore ai tempi del colera” (cit.)

Insomma, ora sapete chi sono, due commessi che hanno deciso di cambiare vita, che hanno messo da parte vestiti e pantaloni per ridisegnare il mondo a modo loro. Forse non volevano più stare tra gli scaffali o forse semplicemente avevano tanto da dire, che una cassa e delle vetrine erano un po’ troppo strette per una realtà in esplosione. Sono giovani, pieni di talento e intensi. L’intensità giusta per una musica che parla da sola. Andate su una panchina, mettetevi le cuffie e mangiate patatine fritte. Poi sognate l’amore.

Anita Atzori