chitarre italiane
21 Settembre 2017   •   Redazione

Chitarre italiane: la grande tradizione delle Marche

«Le Marche e le chitarre italiane: Snap Italy vi racconta la storia dei grandi marchi della nostra Penisola, fondamentali nell’evoluzione dello strumento a corda per eccellenza.»

Oggi si parla di chitarre e, forse, non tutti sanno che l’Italia, alle proprie spalle, ha una produzione da far invidia a quasi tutto il mondo. La culla degli strumenti elettrici italiani degli anni ’60, infatti, sono state le Marche, ed in particolare la piccola zona che sta cavallo delle province di Ancona e Macerata. I grandi marchi di chitarre italiane che si svilupparono in quella zona furono talmente numerosi che, almeno ad oggi, è impossibile risalire ai nomi di tutti gli artigiani che lavorarono a questi strumenti. Tuttavia fu proprio in questi piccoli centri delle Marche che presero forma i grandi nomi del settore, brand del calibro di Eko, Crucianelli e Welson.

La Eko è una delle più importanti case produttrici di chitarre italiane, fondata nel 1959 da Oliviero Pigini a Castelfidardo, proprio nelle Marche. Nel 1965, sull’onda del successo che stavano ottendo tali chitarre, la sede della Eko fu poi spostata a Recanati: tra i musicisti che utilizzarono gli strumenti dell’azienda figurano Beatles, Rokes, i Kings, i Nomadi e i New Dada. L’azienda nacque dalla conversione di uno stabilimento di fisarmoniche per mano di  Oliviero Pigini, che, almeno all’inizio, produceva esclusivamente chitarre acustiche. In seguito, con il supporto produttivo della CRB Elettronica, che già dal 1958, su richiesta dello stesso Pigini, aveva iniziato la progettazione e produzione di pick-up, iniziò anche la produzione di chitarre elettriche. La morte del fondatore, avvenuta nel 1967, chiude la fase storica della Eko, che venne poi rilanciata nella prima metà degli anni Ottanta da Lamberto Pigini, fratello del fondatore. L’azienda riprese così la fabbricazione di alcune delle migliori chitarre italiane, acustiche ed elettriche, sia a livello industriale che artigianale.

Sempre tra i pilastri delle chitarre italiane c’è poi la Crucianelli, ditta fondata nel 1888 da Sante Crucianelli con sede a Castelfidardo che, come la Eko, produceva inizialmente fisarmoniche. Nei primi anni ’60, in seguito alla crisi del settore, la Crucianelli, come altre ditte di strumenti musicali marchigiane, aggiunse alla produzione di fisarmoniche la produzione di chitarre acustiche ed elettriche. La ditta divenne così una delle prime aziende italiane, assieme alla Eko e alla Welson, a produrre ed esportare chitarre elettriche, andandosi ad affermare come uno dei migliori marchi del settore.

Come già accennato, al fianco della Eko e della Crucianelli, troviamo poi la Welson, azienda italiana, con sede a Castelfidardo, appartenuta alla società Orlando Quagliardi ed eredi. Dal 1919, anno di fondazione della ditta, la Welson si occupò solo della produzione di fisarmoniche, mentre, in seguito, iniziò anche la fabbricazione di organi elettrici, sintetizzatori e soprattutto alune delle più belle chitarre italiane. Tra il 1963 e il 1964 la Welson ebbe poi un accordo di collaborazione con la Vox – in seguito passata alla Eko – mentre nel 1967 iniziò a costruire chitarre per la tedesca Rudolph Wurlitzer Company.

Fra i costruttori di chitarre italiane apparsi sempre nella fortunata zona compresa tra Recanati e Castelfidardo intorno al 1961, ci fu anche la Melody, azienda sicuramente meno conosciuta rispetto ai grandi marchi menzionati precedentemente. I suoi strumenti, però, furono tra i più interessanti, seppure confusi spesso, a ragione, con quelli della Eko. La Melody, infatti, venne costituita nel 1961 a Potenza Picena, appena 10 km da Recanati, dai soci fondatori Gerio Pescetti, Giuliano Gurini, Fernando Piatti e Branko Kapitanovec, ex dipendente proprio della Eko. Tuttavia la qualità delle chitarre della Melody fu sin da subito impressionante: questi strumenti erano ideati da gente espertissima, tanto che già dal 1963 introdussero un sistema di regolazione del manico molto simile per concetto Micro Tilt Neck, brevettato solo 7 anni dopo dalla Fender! Anche questo, possiamo dirlo, è un altro piccolo grande primato tutto italiano!

Chiara Cavaterra