Bosna Danì
04 Dicembre 2017   •   Redazione

Bosna Danì: blues e sound elettronico, la Toscana suona un’altra musica

«Una chitarra acustica suonata in finger style accarezzata da onde elettroniche in un cosmo onirico – Bosna Danì»

Queste sono le parole con cui Bosna Danì (il cui vero nome è Daniele Rossi), descrive la sua musica, anche se nemmeno le parole più giuste riescono a rendere giustizia appieno alle atmosfere da sogno prodotte da questo giovane musicista di Arezzo. Il 12 Gennaio, per Toys For Kids, è uscito grazie ai maggiori portali di distribuzione come Spotify, iTunes e Deezer, il suo album d’esordio, Inner Shape, un titolo intimo che secondo il musicista rappresenterebbe la sua personalità a 360 gradi.

Tra le collaborazioni che caricano di un’atmosfera a dir poco unica ed esclusiva l’album, troviamo Malinconica con Francesco Chimenti dei Sycamore age, Red Moon, prodotta in collaborazione con Nora (Eleonora Bartoli), ed infine Relativity, composta insieme a Mac Petricich, storico chitarrista della band italiana di Capolona in provincia di Arezzo, Negrita. Inner Shape contiene ben dieci tracce; tra queste si fa notare Lucente, in grado di evocare le atmosfere di una piccola cittadina in una piccola esplosione di sensazioni differenti, che Bosna Danì ha sempre notato con curiosità nel suo tragitto da Firenze ad Arezzo.

L’Inner Shape Tour iniziato a febbraio 2017 e conclusosi solo da poco, prevedeva due tipi di live:

  • Live Set
  • Live Set 3D: Una vera esperienza onirica condotta attraverso un emozionante 3D Show arricchito da video-proiezioni mirate. Verranno distribuiti prima della serata occhiali 3D, con cui vivere un’esperienza amplificata e di grande impatto.


Com’è nato Inner Shape, si dice che un artista trovi ispirazione in una fase della sua vita piuttosto difficile, è stato così anche per te?  
Inner Shape è nato proprio dall’esigenza di comunicare alcuni stati d’animo, tra cui la tristezza e la malinconia; di sicuro è stato uno strumento di sfogo. Alcuni brani sono nati in acustico con la chitarra, altri invece sono scaturiti da suoni synth o addirittura da concetti che avevo chiari in mente.

Nelle tue canzoni si riflette uno stato d’animo onnipresente, la malinconia, ti definisci un nostalgico?
Diciamo che si un po’ lo sono e quando ho scritto i brani di Inner Shape la nostalgia e la malinconia erano molto presenti ma non è sempre così si passano varie fasi nella vita, adesso mi sento diverso più distaccato dal passato.

Uno dei tuoi brani nasce dalla collaborazione con Mac Petricich, il famoso chitarrista dei Negrita, c’è un episodio che ricordi in sua compagnia che racconteresti?
Credo che ci sia sempre da imparare in occasioni del genere perché sei in compagnia di una persona che ormai ha fatto della sua passione il suo mestiere e come dice lo stesso detto “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.

Hai aperto il concerto di Dario Faini, in arte Dardust, a chi vorresti aprire un futuro live? 
Un sogno sarebbe quello di aprire un concerto di James Blake.

Quale tra i tuoi pezzi ritieni descriva maggiormente Bosna Danì?
Blue Gravity penso che sia il brano che mi rappresenta maggiormente anche da un punto di vista stilistico e di suoni. Il titolo è inspirato in parte al genere di riferimento, il Blues, ed in parte ad un qualcosa di più onirico: avere i diavoli blue, intesi come esseri tristi e malinconici. Per cui è come dire che la tristezza e la malinconia ti stanno trascinando giù, unendo il nome del colore alla parola gravity. Il brano sintetizza il risveglio da una sorta di apnea in quelle sensazioni.

Cosa ti senti di dire a chi come te attualmente cerca di farsi conoscere in un panorama musicale indipendente dominato soprattutto dal cantautorato pop? 
Rappresentare se stessi nel miglior modo possibile, cercare la propria autenticità, rappresentare le proprie idee mettendoci passione e costanza. Ascoltare più musica possibile di generi diversi ed essere affamati di conoscere sempre cose nuove. Questo è il miglior modo per ampliare la propria cultura musicale e oggi penso che questo atteggiamento possa fare la differenza. Essere in qualche modo imprenditori di se stessi. Non c’è solo la musica da curare ma anche la propria immagine, curare ad esempio le piattaforme social al meglio perché sono uno strumento potente se vogliamo arrivare a qualcuno. In poche parole essere pronti a farsi parecchio il mazzo!

Silvia Pompi