27 Dicembre 2016   •   Snap Italy

BeArt: la piattaforma di Crowdfunding per artisti emergenti (e non)

«L’Arte rende il mondo piu’ bello e migliora senza dubbio le nostre vite ma quante idee brillanti non vedono mai la luce? Quanti artisti si perdono ben prima di poter esprimere il loro potenziale? A tutto questo hanno pensato i creatori di BeArt, scopriamo insieme come funziona questa startup italiana»

Le idee sono sempre dietro l’angolo e noi di Snap Italy siamo qui per raccontarvele o quantomeno per rendervi partecipi del cambiamento e del fervore che in Italia non cessa mai. Talvolta, le idee da sole non bastano e nel nostro paese non si riesce a trovare quel terreno fertile di cui si ha bisogno per farle crescere.

Tutto questo però non ha mai fermato nessuno e ci sono tanti startupper che hanno deciso di non mollare e dar vita alle loro idee andandosi a cercare il loro terreno fuori dall’Italia in posti dove a volte è piu’ facile essere ascoltati. Questo è proprio ciò che hanno fatto Mauro Mattei, Giorgio Bartoli e Jessica Tanghetti che hanno lanciato delle campagne di crowdfunding su piattaforme estere ed hanno dato vita alla loro idea nel Regno Unito, precisamente a Londra.

BeArt è una classica piattaforma di crowdfunding ma con qualcosa in più che altre sue sorelle non hanno, curiosi di sapere di cosa si tratta? È presto detto, e confido anche che ci siate già arrivati semplicemente leggendo il nome della piattaforma. BeArt è un incubatore per giovani artisti grazie al quale i giovani che vogliono esprimere la propria arte possono proporre il progetto e tentare di ottenere i fondi necessari a farlo realizzare.

L’idea di fondo dunque è quella solita della raccolta fondi online dove chi propone il progetto realizza dei premi ad hoc per chi li finanzia ma la grande novità, cosi come avviene per Dive Circle per quanto concerne i viaggi, è che si tratta di progetti mirati a far germogliare l’arte mettendo a disposizione un innovativo canale che esula totalmente da quelli canonici dai quali i giovani artisti devono emergere.

Il fatto che BeArt sia localizzato in Inghilterra inoltre non ha impedito ai loro creatori di puntare al sottobosco di artisti, emergenti e non, italiani.

Il funzionamento lo avrete già capito, si tratta del canonico punto d’incontro tra idee e finanziatori, anche se in questo modo è molto meglio dire amanti dell’arte. Gli artisti propongono e gli amatori scelgono ciò che piu’ gli interessa, scoprono il premio loro concesso in caso di realizzazione, e inseriscono la somma che intendono spendere per aiutare l’artista.

In conclusione anche in questo caso, come avvenuto lo ripeto per Dive Circle, i creatori hanno si preso in considerazione una idea già praticamente abusata, ma da questa ne hanno ricavata una diversa e ben piu’ brillante, anche considerando il discreto successo che questo progetto sta ottenendo.

Matteo Martino