be italy
16 Dicembre 2017   •   Carolina Attanasio

Be Italy, l’Italia è il Paese più desiderato al mondo

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«Be Italy è l’indagine di ENIT e IPSOS sull’attrattività dell’Italia nel mondo: siamo in pole position, nonostante tante contraddizioni»

Che reputazione ha il territorio italiano all’estero? Se l’è chiesto l’ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo, commissionando a IPSOS Be Italy, l’indagine che ha come obiettivo determinare il tasso di gradimento che il nostro Paese registra presso i cittadini stranieri. Facile, direte voi, siamo amati praticamente ovunque, la pizza è perfino stata appena nominata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO (per noi lo era già da tempo, ovviamente). La verità è che, quando si tratta di sentimenti, non puoi mai stare sicuro, così una bella indagine sulla reputazione ogni tanto va fatta.

La questione ha chiamato in causa 18 paesi in giro per il mondo. In Europa, Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Polonia; nel resto del mondo, la suddivisione è avvenuta in base a due fattori, Paesi Maturi (amori di vecchia data, diciamo), USA, Canada, Australia, Giappone, Emirati Arabi e Paesi Prospect (nuove fiamme, che più di recente hanno spostato l’interesse sull’Italia), Cina, Russia, Turchia, India, Brasile, Sud Africa, Nigeria, Marocco.

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Credits / ENIT – IPSOS

Metodologia di indagine: sondaggio (interviste online), Stakeholder (interviste a attori economici di rilievo) e Web Listening (ascolto della Rete per capire se, come, dove, quando e perché siamo apprezzati).

Vediamo cosa emerge da Be Italy: in linea generale, la notorietà dell’Italia aumenta in corrispondenza dello status socio-economico dei soggetti intervistati, maggiore è il loro livello culturale, maggiore è anche la possibilità di informarsi sul nostro Paese e averne una certa conoscenza. Il target maschile è tendenzialmente superiore a quello femminile (gli uomini, ahimé, viaggiano più delle donne per lavoro). Tra i Paesi europei, la Germania è quello che ci conosce meglio, la Polonia quello che ne sa di meno. Tra i Maturi, facile intuire che siamo nel cuore degli USA e il Giappone ci conosce ancora troppo poco. Nei Prospect, l’India sembra essere il Paese che ne sa più di tutti sulle italiche virtù.

Secondo Be Italy, il flusso maggiore di visitatori proviene dall’Europa (un dato abbastanza intuitivo, se pensiamo alla vicinanza fisica e all’estrema facilità di spostamento tra Paesi UE); un visitatore su quattro, invece, proviene dai mercati Maturi, mentre uno su cinque dai Prospetc. Il visitatore più assiduo è maschio, tra i 30 e i 49 anni, di status socioeconomico e di studio medio-alto.

I tedeschi sono i più assidui, seguiti da inglesi, spagnoli e francesi. Un dato interessante di Be Italy è che, tra i Paesi Prospect, l’affluenza maggiore è per motivi di lavoro, segno dei tempi e dell’evoluzione economica dei rapporti tra le diverse aree del mondo. In linea generale, tuttavia, la percentuale maggiore di visitatori viene in Italia per turismo (si parla di un 71-75% di turisti contro un 9% di gente che viene per lavoro e un 7-8% di persone che fanno visita a parenti): qualcosina da vedere, in Italia, a quanto pare ce l’abbiamo. Tra gli aficionados statunitensi, ben il 14% viene anche per fare shopping, una percentuale considerevolmente più alta di quella degli altri Paesi, con buona pace della produzione Made in Italy, che resta sempre un valore aggiunto importantissimo (e, speriamo, sempre adeguatamente tutelato e promosso).

Le pagelle di Be Italy: godiamo di diffusa benevolenza, siamo molto ben visti da Germania, Francia (l’avreste mai detto?) e Gran Bretagna; all’infuori dell’Europa, siamo nella cesta di preferenze di USA, Cina, Russa e ceti elevati dell’Africa, piuttosto critico è invece il Giappone. L’opinione migliore viene da chi ha visitato l’Italia negli ultimi 5 anni, tende invece a diminuire tra chi ha un’esperienza meno vivida di visita nel nostro Paese.

Sapete chi ha uno dei giudizi peggiori sull’Italia? Gli stranieri che vivono qui. Al di là delle chiacchiere da bar su quanto siamo bravi a buttarci giù con le nostre mani, c’è da dire che il giudizio è ‘deviato’ dal fatto di vivere il Paese quotidianamente, esperienza di certo molto diversa dal visitarlo come turista o per motivi di lavoro. Occhio alla percezione, quindi.

Torniamo alle belle notizie: siamo in Pole Position se si chiede agli intervistati di pensare a dove la qualità della vita è migliore e dove la creatività e l’inventiva sono più forti, arriviamo secondi – invece – se si chiede di pensare a quale Paese è più tollerante e rispettoso dei diritti civili. Non brilliamo per sviluppo sostenibile, stabilità politica, efficienza, sviluppo economico e innovazion/ricerca, tutti tasti dolenti che noi per primi conosciamo bene. Cosa ci salva? Il saper vivere bene. Nonostante la difficoltà oggettive, continuiamo ad essere associati a quella bella vita che tutto il mondo ci invidia.

A cosa si pensa quando si dice Italia? La sacra triade è sempre quella, nell’ordine: cucina, monumenti, moda. Un altro dato interessante di Be Italy è di natura quasi sociologica: più il Paese intervistato è distante fisicamente, più ha un’immagine idilliaca dello Stivale, i valori positivi superano di gran lunga le note negative, che vengono ritenute fisiologiche, una dualità che caratterizza qualsiasi Paese. Man mano che ci si avvicina, però, l’opinione si fa più tiepida: i Paesi che ci sono vicini fisicamente o con i quali intratteniamo un grande scambio economico ci vedono come competitivi ma bisognosi di rigenerarci. Gli stranieri residenti in Italia ci vedono come il festival della contraddizione, un bacino enorme di potenzialità sprecate o bloccate da un groviglio di problemi, a cui non si trova soluzione. Bella e impossibile, come direbbe Gianna Nannini. Restiamo campioni in eleganza e unicità, visti con ammirazione ed empatia: il nostro orientamento al benessere e la ricercatezza di alcune nostre eccellenze ci mostrano come un faro nella realtà globale contemporanea.

Gli italiani? Secondo Be Italy, sono empatici, intelligenti, competenti ed esigenti, umani. Il Brand Italia è associato a parole positive o neutrali, negative solo se si parla di politica. Il calcio è lo sport più citato, Buffon il calciatore di cui si parla di più. A livello turistico, quasi chiunque abbia visitato l’Italia, lo farebbe ancora, l’interesse maggiore viene dai Paesi Prospect. Roma, Venezia e Milano sono le top of mind, la Sicilia è la regione a cui si pensa per prima. Il dato più commovente è che l’Italia viene ancora vista come la culla della civiltà e considerata, nella sua interezza, un Patrimonio universale.

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Carolina Attanasio

 

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