arte contemporanea
27 Giugno 2017   •   Carolina Attanasio

Arte contemporanea al Palatino, da Duchamp a Cattelan

«Installazioni sospese, costruzioni in bilico, tavole apparecchiate, ombrelloni nel prato: l’ arte contemporanea si appropria del Palatino e ci restituisce una nuova idea di antico»

Immaginatevi che nel bel mezzo dello Stadio Palatino, a Roma, spunti fuori, fiondata dal cielo, un’opera d’ arte contemporanea, una casa americana tutta sbilenca, con le finestre aperte verso la Storia (facile, dai, guardate la foto in copertina). Immaginatevi anche un razzo spaziale sospeso tra le rovine, o un rinoceronte che vi guarda all’ombra delle mura romane.

Questa e altre stranezze vi aspettano alla Mostra “Da Duchamp a Cattelan, l’ arte contemporanea sul Palatino”, in programma dal 28 giugno al 29 ottobre proprio tra le mura del celebre stadio romano.

Una dicotomia sorprendente tra storia e modernità, stabilità assoluta e precarietà, staticità eroica e guizzo mobile dell’ arte contemporanea. Ideata da Francesco Prosperetti e Alberto Fiz, la mostra scorre in carrellata cento opere tra installazioni, sculture, fotografie, dipinti e opere su carta di artisti provenienti da venticinque Paesi.

Mostri sacri dell’arte contemporanea come Marcel Duchamp, Marina Abramović, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto ed esponenti della nuova guardia come Cattelan, McCarthy, Vedovamazzei e Vitone si contendono lo spazio racchiuso tra le mura storiche e riempiono l’insesorabile alone di eternità che riecheggia al Palatino.

Tre le tematiche trattate: le Installazioni, arte contemporanea in tre dimensioni in situ, le Mani, la forza creatrice espressa in tutte le forme (fotografia, dipinto, scultura) e infine i Ritratti, campo artistico in cui proprio i romani sono stati tra i primi a distinguersi.

Che senso ha il tempo? A questa e ad altre domande da un milione di dollari l’arte cerca spesso di dare risposta, in questo caso confrontandosi con una delle location che più di ogni altra ricorda il senso dell’infinito. Contrapporre l’eternità romana alla precarietà delle opere di arte contemporanea è un modo di interrogarsi sul tema della permanenza. Destabilizzare in un contesto super-stabile è una provocazione, ma anche un modo per enfatizzare la comprensione del nuovo e dell’antico. Le opere provengono dalla collaborazione col Museo ALT, creato dall’architetto Tullio Leggeri, uno dei maggiori collezionisti italiani, conosciuto per il rapporto che crea con gli artisti, interagendo con loro nella ricerca di soluzioni tecniche e creative. Il Museo, nato nel complesso industriale dismesso dell’Italcementi di Alzano Lombardo, rappresenta non solo un grande esempio di architettura industriale dell’ottocento, ma anche uno spazio ripensato per una nuova funzionalità, che esalti le architetture originarie, invece di comprimerle. Nella polifunzionalità del luogo, le opere di arte contemporanea convivono con eventi, meeting, feste private, manifestazioni culturali.

Per l’occasione Electa, tra i promotori della mostra insieme alla Soprintendenza Speciale di Roma, ha ideato un catalogo contenente interviste, interventi e schede critiche per ciascuna opera, accompagnate da un ampio apparato fotografico.

Non vi resta che passeggiare per lo stadio e imbattervi, una ad una, nelle grandi opere di arte contemporanea: la riproduzione della casa sbilenca di Buster Keaton nel film One Week del 1920, ideata da Vedovamazzei, il Luogo di raccoglimento multi confessionale e laico di Michelangelo Pistoletto, o ancora gli Occhi di Segantini di Luca Vitone. Maurizio Cattelan lo trovate nel tunnel verso l’Ovale di Teodorico, con uno specchio-tappeto che capovolgerà la vostra visione del Palatino; Thorsten-Kirkoff provoca e spinge a riflettere con i suoi sacchi di iuta con stampate foto di migranti.

Ancora una volta il Palatino si rinnova e innova, offrendo un mix di spunti di tutto rispetto, contrasti che divertono o interrogano, analisi fluide sullo scorrere del tempo e sulle relative trasformazioni che oggetti e soggetti subiscono, cambiando e adattandosi. Il passato può essere letto in mille chiavi differenti, può essere modellato, adattato, può diventare il contenitore del presente e delle visioni sul futuro. Non possiamo prevedere il domani, ma possiamo giocare con l’oggi, supportati dalla sicurezza di quello che è stato, solide mura e travertino in questo caso.

Il costo del biglietto d’ingresso è di 12 euro ed è comprensivo di tutte le mostre in corso nell’area archeologica circostante; lo stesso biglietto – che è valido 2 giorni – vi permette di visitare il Colosseo, il Foro Romano e, ovviamente, il Palatino.

Carolina Attanasio