Luneur
03 Novembre 2016   •   Snap Italy

Luneur di Roma: 5 novità e 5 ricordi del luna park di Roma

Siamo andati a curiosare all’interno del nuovo Luneur di Roma nei giorni di Halloween: tante maschere e tante novità

Le domeniche a spasso con il papà e la mamma, i sabati sulle giostre con amici, i primi baci, le prime sigarette, la scuola marinata per “andiamo al Luneur?”, le ragazze con gli zaini Invicta a righe e i ragazzi con le tute, gli scontri con le macchinette. Tutto questo e tanto altro era il nostro vecchio Luneur, quello degli anni ’90, dove molti di noi sono diventati grandi. Lo scorso 27 ottobre tutto ciò è diventato storia, per far spazio ad un parco giochi completamente rinnovato, sia nelle attrazioni che nella clientela. Quali sono le novità? E quali invece i ricordi del passato?

Scopriamole insieme.

LE NOVITÀ

Fascia di età: stavolta i protagonisti del parco giochi dell’Eur saranno i più piccoli, in particolare bambini da 0 a 12 anni. Non ci sono infatti attrazioni adatte ai più grandi, ma gli adulti saranno comunque i benaccetti, che siano mamme, papà o nonni ad accompagnare i bambini o che siano giovani nostalgici di una passeggiata domenicale al Luneur.

Prezzo: per quanto riguarda le modalità d’ingresso, il biglietto ha un costo di 2,50 euro e i bambini fino a 1 anno entrano gratis. Per salire sulle giostre i visitatori pagano in “Lunalire”, cioè gettoni da cambiare alla cassa che consentono il pagamento per giostre e giochi all’interno del parco: 1 euro equivale ad un gettone, 15 euro equivalgono a 15 gettoni + 3 in omaggio, 22 euro equivalgono a 22 gettoni + 8 in omaggio e 29 euro equivalgono a 29 gettoni + 13 in omaggio. Ci sono diverse tipologie di biglietto e agevolazioni per gruppi e bimbi piccoli. Ci sono anche laboratori, che favoriscono la formazione divertente dei più piccini, ed hanno un costo dai 6 agli 8 euro ciascuno.

Laboratori: una delle novità più interessanti è la realizzazione di “lezioni divertenti”, che vanno dai 30 ai 60 minuti. Per chi vuole diventare uno scienziato, c’è l’“Acchiappa insetti” o l’“Arrivano…i mostri”, per chi vuole diventare un botanico e ama la natura, c’è “Ali di foglia” o “Pianta la pianta”, per chi invece si sente un piccolo mago o una piccola strega, c’è “Il Segreto della pozione perduta”. Solo quest’ultimo laboratorio ha l’obbligo di accompagno da parte di un adulto, mentre negli altri i bambini possono dare sfogo alla loro creatività in completa libertà, ovviamente secondo le fasce di età consigliate per ciascuno.

Prima infanzia: un parco diverso, dove anche i più piccini, da 0 a 2 anni, possono divertirsi. Abbiamo “Il Club delle prime mamme”, dove l’allenamento di mamme e bambini è simultaneo, unendo il benessere di entrambe le parti; poi “Coccolare”, zone appositamente dedicate agli “ovetti”, così sono chiamati nel parco i più piccini, dal cambio del pannolino al momento dell’allattamento e infine “Il Lunatantum playground”, una ludoteca dove i piccoli possono divertirsi con giocattoli giganteschi insieme ai loro genitori.

Giostre: ci sono circa 30 attrazioni, tra giostre meccaniche, giochi di nuova generazione e spettacoli. Delle vecchie abbiamo la storica Ruota Panoramica, la Giostra dei cavalli, la Giostra di Re Artù, il Brucomela e il Jumbo. Tra le nuove, invece, troviamo la Barcamatta, una gondola che gira su se sessa, il Volasù, le classiche tazze che girano “sospese” in aria, il Tififone, una fattoria ispirata al Mago di Oz. Ci sono poi tappetoni, un grande scivolo, percorsi come il Sentiero degli elfi, a tema fantasy e tanto altro.

I RICORDI

Fascia di età: il Luneur era il più antico parco divertimenti di tipo meccanico d’Italia, realizzato nel 1953 e chiuso poi nel 2008. Non esisteva un limite quanto ad età, tutti erano i benaccetti e tutti potevano trovare una fonte di divertimento, un modo alternativo per passare il proprio week end e per farsi due risate in compagnia di chi si preferiva.
“Papà mi porti al Luneur?”, “Ragazzi andiamo a fare un giro al Luneur?”, “Ci vediamo sulla ruota?”. Le frasi tipo di bambini, ragazzi e adulti fino al 2008, anno in cui la chiusura dello storico parco giochi ha fatto scendere la lacrima a molti.

Prezzo: fino al 2006 anche il costo era molto libero. Non esisteva biglietto d’ingresso, si entrava gratuitamente per poi scegliere se e quali giochi fare. A quel punto ogni attrazione aveva il suo costo e i suoi gettoni. Successivamente questo sistema è stato modificato, con l’introduzione del biglietto unico per fruire illimitatamente delle attrazione, tranne i chioschi con i giochi a premi. Questo tipo di soluzione non ha funzionato, ci sono stati contrasti interni. In seguito, la riduzione drastica del pubblico, non contento di questa modifica e non invogliato a spendere circa 25 euro di biglietto, ha portato alla chiusura dello storico parco, dal 2008 ad oggi.

Giochi a premi: ce ne erano tanti, ovunque. Sparare alle lattine (pistola o fucile?), buttare giù i castelli di latta con le palline, colpire il volto di mostri rotanti per vincere l’ambito premio, un peluche di qualche marca sconosciuta che però dava tanta soddisfazione o il cuore rosso per la ragazza da conquistare. E poi quanti di voi hanno avuto almeno una volta a casa uno di quei poco longevi pesciolini rossi del Luneur? C’erano delle ampolle rotanti all’interno della giostra che andavano centrate con delle palline colorate: tante palline inserivi, tanti pesciolini rossi vincevi. Quanta soddisfazione nel tornare a casa e dire “Mamma, mamma ho vinto il pesce rosso, come lo chiamiamo?”. E i pupazzi giganti esposti dai giostrai? Un premio irraggiungibile, chissà se qualcuno è mai riuscito a vincerli o se erano lì solo per esposizione (io non ce l’ho mai fatta). Ma poi il cibo. Il chioschetto storico delle caramelle o quello ancor più grasso delle bombe/ciambelle con la nutella e con la crema. Non mancava davvero nulla.

Giostre: di tutti i tipi, per tutte le età e per tutti i gusti. Partiamo con Nessie, il trenino a forma di mostro di Lochness che faceva il tour del laghetto contenuto all’interno del parco, passando all’interno di una torre diroccata, le Montagne Russe, classiche ma mai vecchie, le Cascate del Niagara, dove gli obiettivi principali erano tornare a casa asciutti (quantomeno in inverno) e venire bene nella foto ricordo che ti rilasciavano all’uscita. Ancora la Stanza degli specchi, dove cercare di non uscire con un bernoccolo era la sfida principale, il Tagadà, una giostra roteante sulla quale era sconsigliato salire con qualcosa di pesante sullo stomaco, e che nel momento in cui veniva coperta dal telo, faceva nascere nuovi amori, il tutto a ritmo di musica. Poi l’Autoscontro, divertimento per giovani e adulti, attrazione senza età ma sempre molto affascinante, il Rotor, una centrifuga che, girando sempre più velocemente, schiacciava gli ospiti contro la parete, e quando il pavimento si abbassava, questi rimanevano sospesi. Quante mani di sconosciuti avete stretto in questa giostra? E ovviamente la storica Ruota panoramica, che probabilmente, era l’attrazione più romantica del parco, dove salivano coppiette di giovani innamorati ma anche genitori con figli e dove la paura dei primi era compensata dalla gioia e dal coraggio dei secondi.

Paura: un sentimento che nel vecchio Luneur non poteva di certo mancare. Erano infatti circa la metà le attrazioni che avevano lo scopo di terrorizzare gli ospiti. Ricordiamo il Treno delle Miniere, un vagoncino che entrava in una miniera dove si potevano incontrare i nani di Biancaneve, occhi rossi di pipistrelli ed effetti scenografici tremendi, la Casa degli Spiriti, con vagoncini sagomati a forma di fantasma che attraversavano stanze con allestimenti di omicidi efferati e altre scene da macelleria, accompagnati da un audio di grida disperate e risate malvagie. E come dimenticare il gigante boia che faceva penzolare pezzi di carcasse delle sue vittime fuori dalla casa? Poi Legend, un’altra horor house con forti connotati fantasy, in cui gli ospiti viaggiavano su vagoncini chiusi come gabbie di tortura che incontravano troll, vampiri, regine cattive e a tratti uscivano anche allo scoperto, come stessero per cadere dai binari. Ancora il Treno fantasma o la Casa con il gufo e il ragno. Qui erano i corridoi a far tremare gli ospiti, oltre che l’esterno della casa con un gufo enorme dagli occhi moventi, che sembrava osservarti continuamente, e un ragno altrettanto gigante che muoveva le zampe con una cadenza terrificante.

Ah dimenticavo! Il nuovo Luneur ha al suo interno qualcosa di adatto a tutti, una struttura che rievoca in parte il clima universale del passato e che farà contenti i nuovi ospiti ma anche i nostalgici: il McDonald’s.

Buon divertimento!

Chiara Rocca

Foto (in parte) : http://www.luneurpark.it/welcome